I GUARDIANI DELL'ARIA, di Rosa Yassin Hassan SIRIA
Libri Arabi
Recensioni di libri arabi pubblicati in lingua araba, tradotti in italiano o in altre lingue europee. Recensioni di libri di letteratura araba francofona.
lunedì 8 febbraio 2016
martedì 2 febbraio 2016
Ave Maria, di Sinan Antoon, Iraq
Ave Maria, di Sinan Antoon, Iraq
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Romanzo drammatico, affronta la questione delle
minoranze religiose in Iraq dopo la caduta del regime di Saddam Hussein. In
particolare, è trattato il tema delle sorti della minoranza cristiana.
Il libro ci consegna uno spaccato dell’Iraq
negli anni seguenti la caduta di Saddam e l’invasione americana, presentando
un argomento drammaticamente attuale.
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L’azione si svolge a Baghdad,
nell’epoca successiva alla caduta del regime di Saddam Hussein e all’invasione
americana.
Gli eventi narrati nel romanzo si
svolgono nell’arco di una sola giornata, e prendono spunto da un fatto
realmente accaduto nel 2010, nella chiesa di Nostra Signora del Soccorso, a
Baghdad..
Yussef è un iracheno cristiano
sulla settantina, vive solo in una grande casa. Ospita così una coppia di
giovani sposi, Luay e Maha, anch’essi cristiani, che hanno perduto la propria
abitazione.
La convivenza mette subito in
luce le divergenze tra le generazioni: mentre Yussef vive con il pensiero
rivolto al passato, rifiutando di emigrare e di lasciare la casa che ha
costruito e in cui ha vissuto per mezzo secolo, Maha è una giovane donna la cui
vita è stata sconvolta dalla violenza settaria: è stata infatti separata dalla
propria famiglia, ha perduto la casa, vive come una rifugiata nel proprio
paese, alloggiata in casa di Yussef. Aspetta solo di terminare gli studi per
poi emigrare con il marito da un paese in cui non si trova più a proprio agio,
ma in cui si sente una straniera in patria. Mentre Yussef ha conosciuto decenni
di pace e di benessere, sia pure sotto il tallone della dittatura, Luay e Maha
sono cresciuti in un paese in guerra, sconvolto dall’invasione americana,
lacerato dalla guerra civile e dalle lotte tra minoranze etniche e confessioni
religiose.
I tre ascoltano dalla televisione
la notizia della condanna a morte di Tareq Aziz, l’ex vicepresidente del regime
di Saddam Hussein. La notizia provoca un’accesa discussione: Maha è convinta
che Tareq Aziz sia stato condannato alla pena capitale in quanto cristiano, non
in quanto primo collaboratore del deposto dittatore. Maha teme che Aziz sarà
solo la prima vittima della violenza settaria e che tutti i cristiani d’Iraq
finiranno sterminati. Yussef ribatte che i cristiani sono presenti in Iraq da
secoli, che l’Iraq è la patria comune di cristiani e musulmani, che nessuno
potrà mai scacciare i cristiani dal paese o farne oggetto di persecuzioni. La
discussione si protrae e si acuisce. Innervosita, Maha lascia la stanza con
parole dure per Yussef, accusandolo di essere troppo anziano per capire gli
eventi che si svolgono sotto i loro occhi.
Più tardi, la giovane si pente
della propria asprezza e desidera scusarsi con Yussef: per farsi perdonare,
decide di preparargli per cena il suo piatto preferito.
Ma il desiderio di Maha è
destinato a non realizzarsi: è domenica, e i tre si recano in chiesa per la Messa , nella basilica di
Nostra Signora del Soccorso, nel centro di Baghdad.
La chiesa è affollata di
cristiani raccolti in preghiera; all’improvviso, un gruppo di terroristi
islamici irrompe nel luogo sacro, sparando sui fedeli. Alcune persone, colpite,
cadono. I terroristi prendono in ostaggio un piccolo gruppo di cristiani, fra i
quali Yussef e Maha. L’uomo abbozza una reazione, ma è colpito dai terroristi:
quattro pallottole trafiggono il suo corpo. L’ultima frase di Yussef, prima di
spirare, è un’invocazione alla Madonna, ”Ave Maria”.
I terroristi porgono un cellulare
a Maha, imponendole di telefonare a un canale satellitare arabo per comunicare
le intenzioni del gruppo e le condizioni per il rilascio degli ostaggi. Mentre
la giovane si appresta a eseguire gli ordini, un’unità scelta dell’esercito
iracheno irrompe nella chiesa e, con un’azione fulminea, uccide i terroristi e
libera gli ostaggi. Maha si rende conto con amarezza che l’obiettivo dei
militari non era quello di salvare i cristiani, ma piuttosto quello di condurre
un’azione brillante da mostrare sui media.
Il cadavere di Yussef rimane
diverse ore riverso sul pavimento della chiesa, in una pozza di sangue, mentre
la squadra dell’antiterrorismo, che ha condotto il blitz, ha filmato ogni fase
dell’operazione per postare il video su You Tube, facendo attenzione a
escludere il corpo d Yussef dal filmato .
A Maha e a suo marito non resta
che l’esilio.
OPINIONE
Un romanzo amaro e attualissimo, che offre infatti un vivido
spaccato della società irachena dei nostri giorni, affrontando l’attualissima
questione delle confessioni minoritarie in Iraq, e soprattutto della minoranza
cristiana.
L’altro
tema trattato è quello del confronto generazionale: mentre la generazione
matura non ammette la violenza, rifiuta categoricamente l’idea di dover
convivere con essa, ma non riesce neppure a pensare alla propria migrazione
verso terre lontane, la generazione giovane è cresciuta durante la guerra e
l’invasione, è abituata al sangue, ai soprusi e alle lotte intestine, non si fa
illusioni sul futuro e progetta quindi l’esilio, come unica alternativa alla
morte violenta.
Un
romanzo drammaticamente attuale, che sarebbe bello poter leggere presto in italiano.
domenica 31 gennaio 2016
La donna infedele, di Ali Badr, Iraq
L'autore:
L'autore:
Ali Bader (arabo: علي بدر)
è nato nel 1969 a Baghdad. Vive attualmente a Bruxelles. Romanziere,
drammaturgo,saggista, poeta e scenografo, occupa una posizione di primo piano
nel panorama letterario arabo degli ultimi due decenni. Ali Bader è uno
scrittore prolifico, grande cronista
della storia irachena più recente e, globalemente, della storia araba, è una
delle voci più originali della generazione degli anni Novanta..Il suo romanzo Papa
Sartre, vincitore di numerosi premi letterari nel mondo arabo, è il primo
ad essere stato tradotto in francese. (Il titolo è un riferimento a Jean-Paul Sartre).
Oltre a Papa Sartre, è autore del romanzo The
tobacco keeper, finalista Ipaf 2009.
Romanzo drammatico, tocca tematiche diverse: la
recente storia dell’Iraq, il jihadismo, le violenze esercitate dai jihadisti
sulla popolazione civile, la migrazione verso l’Europa, la difficile
integrazione dei musulmani in Europa, la guerra civile libanese.
La trama:
Fatima
è una ragazza che vive con la famiglia, in un villaggio iracheno
vicino a una piccola città ai margini del deserto. Quando la zona viene
raggiunta e occupata dai jihadisti,
Fatima e sua madre sono costrette a lavorare al loro servizio. Il padre della
ragazza muore in un attentato suicida. Fatima sposa
un giovane disoccupato, frustrato per non essere mai riuscito a trovare un
lavoro. Il giovane viene attratto dalla predicazione jihadista, che gli
prospetta il riscatto da una vita fallimentare con il martirio in un attentato
suicida, che lo trasformerà in un eroe e lo porterà direttamente nel paradiso
dei martiri. L’uomo confessa a Fatima di aver scelto la terribile strada
attiratto soprattutto dall’idea di avere a disposizione, una volta guadagnatosi
il paradiso, settanta Urì, le bellissime vergini che spettano ai martiri per
l’eternità.
Dopo la morte del marito, i jihadisti
annunciano a Fatima che è destinata a sposare uno di loro. La ragazza decide
allora di fuggire in Europa. Si affida a un trafficante di esseri umani che, in
cambio del suo aiuto nel viaggio, la violenta più volte lungo la strada. Dopo
molte peripezie, arriva finalmente a Bruxelles. Nella città europea, comincia
la nuova vita della giovane che, gettato il niqab alle ortiche, assume una
doppia personalità: di giorno è Fatima, operaia in un’impresa di pulizie,
di notte è Sophie, ragazza europea che
frequenta i locali notturni e, ogni sera, si porta un giovane diverso nel suo
appartamento. E’ questa la sua vendetta nei confronti del marito defunto: come
lui ha affrontato la morte per ottenere le settanta vergini in paradiso, così
lei si unirà a settanta uomini europei a Bruxelles. Durante una serata, conosce
Adrian, un ingegnere aeronautico norvegese, con il quale comincia una storia
d’amore che potrebbe dare un senso alla sua vita. In seguito, però, Fatima
scopre che Adrian ha, in realtà, origini libanesi. La sua famiglia, cristiana,
è stata sterminata durante la guerra civile libanese. Il padre, unico
superstite insieme ad Adrian, ha a sua volta sterminato, per rappresaglia,
un’intera famiglia palestinese, per poi suicidarsi. Rifugiatosi in Norvegia per
dimenticare, Adrian è più tardi tornato in Libano, dove ha sposato la figlia di
una delle vittime di suo padre. Adrian, dunque, è sposato e ha una bambina.
Sophie vive un complicato rapporto con
Adrian. Viaggia spesso con lui, lo ama ma lo vuole tutto per sé: non accetta di
interpretare il ruolo dell’amante dell’uomo sposato. Un giorno, dopo una
violenta lite sulla loro situazione, Adrian è coinvolto in un grave incidente
automobilistico. Sophie lo assiste in ospedale e, quando l’uomo comincia a star
meglio, gli racconta la storia della propria vita, fino a quel momento
nascosta.
Riusciranno i
due protagonisti a risolverei loro problemi, sciogliendo il
drammatico nodo delle tragedie mediorientali, antiche e recenti?
OPINIONE:
Il romanzo è molto interessante, focalizza lo
sguardo sulla storia irachena dei nostri giorni, descrive la vita della
popolazione civile sotto il tallone dello “Stato islamico”, svela le sofferenze
e gli abusi cui sono sottoposti i migranti in fuga dalla patria per scampare
alla guerra, alla violenza, alla morte.
Ma il libro non è solo questo: descrive la
condizione degli immigrati musulmani a Bruxelles in questo periodo così
difficile e, con la storia di Adrian, getta uno spiraglio di luce su un altro recente
e mai dimenticato dramma mediorientale, la guerra civile libanese.
Il romanzo potrebbe essere considerato un instant
book per la strettissima attualità dei temi trattati, jihadismo,
migrazione, arabi e musulmani in Europa, ma la qualità letteraria elevata del
testo fa di quest’opera un libro che si leggerà volentieri anche tra dieci
anni.
Lo stile è fresco e scorrevole,
l’arabo e moderno e le frasi sono costruite “all’occidentale
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